Verso Iquitos

Amo gli aeroporti. Mi correggo: io adoro gli aeroporti. Soprattutto quelli fuori dall’Italia.
Gli aeroporti é come se fossero un mondo a sé, una dimensione sospesa nel tempo, una specie di terra di mezzo fra andare e tornare.
I miei due film preferiti sull’argomento sono The Terminal e Tra le nuvole. Qui l’aeroporto é marginale, ma vale la pena perdere due minuti e venti e guardare questa grande verità su come affrontare il check-in:

Ieri avevamo il volo per Iquitos. Da Cusco un’oretta scarsa di volo per tornare a Lima e poi un’altra ora e mezza per arrivare nella Foresta Amazzonica.
Ci hanno cancellato il primo volo, causa neblina che impediva l’atterraggio nell’aeroporto di Cusco. Quindi invece che alle 10 siamo partiti alle 12, persa la coincidenza e aspettato quattro ore a Lima prima di prendere il volo delle 17 per Iquitos.
A me piacciono queste cose. L’imprevisto, lo sbattimento, l’immaginarsi mille scenari possibili di soluzione.
E poi i negozi che vendono cose inutili negli aeroporti, cianfrusaglie per regali dell’ultimo minuto ma anche un mini-mondo di tutto quello che potrebbe servirti in viaggio (e probabilmente no).
I nostri voli sono andati lisci come l’olio, siamo atterrati ad Iquitos in perfetto orario.
Abbiamo lasciato i 3200 mt di Cusco per arrivare qui, 130 mt slm.
L’aria é carica di umidità quando scendiamo dall’aereo.
Il caldo é bagnato e opprimente, ma finalmente l’aria é carica di ossigeno.

Iquitos é la più grande città del mondo non raggiungibile da strade. Si arriva solo via aereo o via fluviale. Il fiume é il Rio delle Amazzoni.

Prendiamo un mototaxi all’uscita dell’aeroporto che in meno di mezz’ora ci porta alla nostra locanda.
Quattro passi nel centro e una birra sul lungo fiume hanno chiuso la giornata.

IMG_6178.JPG

One thought on “Verso Iquitos”

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *